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Correlazioni in Medicina



Relazione tra dose di radioiodio assorbita dalla tiroide ed incidenza di ipertiroidismo tra i pazienti con malattia di Graves


Non esiste alcun consensus riguardo al metodo di calcolo della dose di iodio 131 ( I131 ) da somministrare ai pazienti con malattia di Graves.

Una delle più comuni equazioni prevede che la dose di iodio 131 da somministrare sia direttamente proporzionale al volume della ghiandola tiroidea ed inversamente proporzionale alla captazione di radioiodio nelle 24 ore.

Ricercatori dell’Università di Pisa hanno confrontato l’efficienza di differenti dosi nell’indurre eutiroidismo o ipotiroidismo entro 1 anno dopo la terapia con radioiodio nei pazienti con malattia di Graves.

Hanno preso parte allo studio 134 pazienti, età media 53 anni, volume medio della tiroide 28 mL, captazione tiroidea ( 72% ), affetti da malattia di Graves e trattati con iodio 131.

La dose media di radioiodio somministrata è stata di 518 MBq, mentre la dose media assorbita dalla tiroide, calcolata mediante l’equazione MIRD modificata ( Medical Internal Radiation Dose ) è stata di 376 Gy.

Un anno dopo il trattamento, il 43% ( n = 58 ) dei pazienti era ipotiroideo, il 43% ( n = 57 ) era eutiroideo ed il 14% ( n = 19 ) è rimasto ipertiroideo.

I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi sulla base della dose assorbita dalla tiroide: 150 Gy ( n = 32 ), 300 Gy ( n = 58 ) e maggiore di 300 Gy ( n = 44 ).

Nessuna differenza nella percentuale di ipertiroidismo ricorrente è stata trovata tra i 3 gruppi, mentre la percentuale di ipotiroidismo nei 3 gruppi era significativamente correlata alla dose ( 150 Gy: 30%; 300 Gy: 46%; > 300 Gy: 71%; p = 00003 ).

I risultati ottenuti in questo studio mostrano nessuna correlazione tra dose ed outcome ( esito ) di terapia con radioiodio riguardo alla persistenza dell’ipertiroidismo, mentre confermano la relazione tra la dose assorbita dalla tiroide e l’incidenza di ipotiroidismo tra i pazienti con malattia di Graves.( Xagena2005 )

Grosso M et al, Cancer Biother RadioPharm 2005; 20: 218-223

Endo2005

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